I carillon della Collezione Salierno, incanto a Villa Fiorentino di Sorrento (prima puntata)

29 OTTOBRE 2019

(di Luca Marconi) Erano, come oggi, perfetti per addormentare i bimbi. Oggi per lo più se ne trovano di dimensioni ridotte. A Villa Fiorentino di Sorrento invece resiste un vero e proprio Jurassic Museum dei Carillon. La Collezione Enrico Salierno è qui raccontata da Mario Iaccarino, maestro dell’intarsio sorrentino. Chi era Enrico Salierno: si era arricchito in America vendendo piccoli box (carillon) sorrentini e ha cominciato a comprarne di grandi (anzi, enormi) a diecine. L’intera collezione l’ha poi donata al Comune di Sorrento perché, ancora oggi, possa incantare. divertire e persino rilassare il pubblico, gratuitamente, nella sede della Fondazione Sorrento.


Le sue macchine sono vestite dal legno e le decorazioni dei maestri intarsiatori, Iaccarino in primis, un’arte che anche grazie al turismo non si è estinta. L’Unione Artigiani organizzò il trasporto da Los Angeles di ben trenta grandi macchine di musica di fabbricazione svizzera, francese, tedesca e americana, databili tra la fine dell’800 - l’invenzione dell’orologiaio svizzero Antoine Favre è del 1796 - e l’inizio del ‘900.


Alcune fanno danzare bambole o coppie di ballerini. Altre sono a cinque o sei “rulli”o composte da diversi dischi intercambiabili e così sembrano «gli antenati dei moderni juke box». Con l’avvento del vinile finiscono presto in soffitta. Ma «stanno ancora qui», a raccontare in musica miti come Evita Peron o il “Dottor Zivago”. E «non tradiscono mai», sentenzia don Mario: il digitale, poi, cos’è in confronto? «L’IPhone dopo tre anni si butta, questi carillon ne hanno più di cento». Non c’è partita. Non resta che andare a Villa Fiorentino, per una immersione - di fatto, guadagnando i sotterranei della Villa-Museo - nelle storie suonate da don Mario.

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